Un problema ancora molto forte: la fame nel mondo e gli sprechi di cibo

La fame nel mondo è ancora oggi uno dei problemi più grandi che attanagliano la nostra società. È un problema globale, che non ha colore, che non si limita all’Africa nera, ma coinvolge quasi tutti i Paesi, Italia compresa.

Eppure sembrerebbe un paradosso se prendiamo in considerazione l’enorme quantità di cibo che giornalmente non viene consumata andando sprecata, specialmente nei ristoranti o nei supermercati.

Risolvere problemi di questa portata in un solo giorno è impensabile e non percorribile, ma anche pensare che nulla si potrà mai risolvere è un grave errore. Ora finalmente le cose potrebbero cambiare e la strada sembra quella giusta, almeno nel nostro Paese.

La legge antispreco in Italia

L’Italia si è dotata infatti di una norma che regola gli sprechi e che ha l’obiettivo di favorire la donazione delle eccedenze di cibo. La principale categoria di cibo presa in considerazione è quel cibo che non può essere più commercializzato in quanto ha superato la data entro la quale si sarebbero dovuto consumare, ma che non è ancora “davvero scaduto” e quindi sicuro per la salute.

Il nostro Paese ha investito recentemente ben 7 miliardi di euro di risorse per raggiungere, nel giro di dieci anni, un obiettivo che è quello di dimezzare gli sprechi o meglio raddoppiare il numero dei pasti ridistribuiti come donazione.

È importante specificare che delle iniziative volte a tale scopo erano già presenti in precedenza, ma erano ormai impolverate e abbandonate sul piano pratico. Ciò che non rendeva il processo fluido e funzionante era la presenza di pratiche burocratiche che rallentavano l’intero processo a discapito di chi davvero aveva bisogno di cibo. Questi ostacoli sono stati oggi eliminati e questo favorirà senza dubbio la partecipazione di tutti gli attori che si suppone di coinvolgere nel sistema.

Come funziona la nuova legge

Con la nuova norma vigente, coloro che hanno il diritto di cedere e donare sono ristoranti, hotel e supermercati e i riceventi, ovvero coloro che svolgono la funzione di ridistribuire il cibo in avanzo, non sono più soltanto Onlus e servizi commerciali, ma tutti i soggetti economici che promuovono un’attività con finalità sociali.

Inoltre oggi la donazione può essere fatta senza preventivo avvertimento, presentando semplicemente un documento che tracci il prodotto nel suo tragitto ed una dichiarazione conclusiva a fine mese. Questo ha snellito decisamente l’iter e coinvolto i vari soggetti compresi nella norma che non fanno solo un’opera di bene, ma che avranno dei vantaggi anche a livello economico.

Infatti chi dona, può usufruire di agevolazioni fiscali ed ottenere una riduzione sulla tassa dei rifiuti in base alla quantità di cibo donato. Il provvedimento prevede anche una campagna di sensibilizzazione fatta nelle aziende, scuole e ospedali e spot pubblicitari per far arrivare il messaggio direttamente nelle nostre case.

La nuova legge comunque, non si limita al cibo, ma prende in considerazione anche la donazione dei medicinali purché non ancora scaduti e non ancora utilizzati. In definitiva un bel passo in avanti che pone l’Italia allo stesso livello di tutti quei Paesi che da anni ottengono vantaggi dalla donazione del cibo. Basterebbe sensibilizzare il cittadino ad un uso più consapevole delle risorse affinché traguardi apparentemente impossibili possano essere raggiunti.